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«Se può essere scritto può essere filmato», così parlò Stanley Kubrik. Il detto deve essere inteso alla lettera: ben 11 dei suoi 13 lungometraggi sono tratti da romanzi e racconti altrui. Non sarà necessario, quindi, interrogare alcun monolite nero per farci svelare il chi e cosa dovremmo vedere riflesso nella lucida superficie di celluloide davanti alla quale ci ha piazzato il genio del regista. Basterà scorrere le prime pagine, gli incipit, delle sue fonti letterarie - Lionel White, Humphrey Cobb, Valdimir, Howard Fast, Nabokov, Peter George, Arthur Clarke, Anthony Burges, William Makeapeace Thackeray, Stephen King, Gustav Hasford, Arthur Schnitzler - per ritrovarci compagni di viaggio in una delle più straordinarie odissee che la storia del cinema ci abbia regalato.